Personaggi e interpreti: l'idrossiclorochina, la società Surgisphere, il suo AD Sapan S. Desai, il NEJM e Lancet.
Succedono cose strane nel mondo dell'editoria scientifica di alto (?) livello tanto più quando di mezzo c'è una pandemia e il mondo intero che cerca di fermarla.
Quello che è successo col l'idrossiclorochina che prima fa bene e quindi diamola subito a tutti, poi fa male, malissimo non diamola più a nessuno, poi invece no, si, forse è una questione non facilissima da raccontare ma chi avesse la curiosità di approfondirla può farlo grazie a questo lucido post che Luca de Fiore publica sul suo blog DottProf.com.
La storia, che coinvolge le due più prestigiose riviste medico scientifiche internazionali con un articolo "retracted" per ciascuna e un epilogo non proprio specchiato rappresenta una sorta di sinossi delle problematiche relative alla attuale produzione di evidenze.
A partire dalla velocità (fretta?) con cui si pubblica e poi si diffondono i risultati per passare all'origine dei dati, il modo in cui vengono raccolti e combinati fra loro fino alla trasparenza e al conflitto di interessi, l'indipendenza dei ricercatori, il prestigio delle istituzioni e le parentele. C'è veramente di tutto in questa vicenda
In una parola: non smettiamo mai di vigilare non solo su quello che facciamo ma anche su quello che leggiamo.
A partire dalla velocità (fretta?) con cui si pubblica e poi si diffondono i risultati per passare all'origine dei dati, il modo in cui vengono raccolti e combinati fra loro fino alla trasparenza e al conflitto di interessi, l'indipendenza dei ricercatori, il prestigio delle istituzioni e le parentele. C'è veramente di tutto in questa vicenda
In una parola: non smettiamo mai di vigilare non solo su quello che facciamo ma anche su quello che leggiamo.
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