Sono i concetti con i quali ha esordito l'altra sera Antonio Marra, neonatologo, con il quale ci siamo confrontati sul tema del pianto del lattante, un argomento che non appartiene alla "letteratura maggiore" ma in grado di mettere in crisi anche la mamma più collaudata e il pediatra più esperto.
Per rispettare il mandato che su questo blog i post devono essere "brevi!" evito il riassuntino della serata ma riporto i molto pratici consigli (le cose da dire ai genitori) quando ci si trova di fronte a coliche particolarmente difficili da gestire.
Qualcos'altro da aggiungere?
- Accettare questo vissuto senza minimizzarlo o disconfermarlo
- Far tenere un quaderno del pianto
- Spostare l'attenzione anche sugli aspetti positivi del lattante e della relazione con lui
- Aiutare i genitori a vedere (capire, interpretare) le abilità del bambino
- Incoraggiare il contatto (se in braccio si calma tenerlo lì senza timore)
- Essere onesti nel raccontare la "storia naturale" delle coliche: non esiste la ricetta magica per farle sparire, possiamo ridurle un po' con alcuni accorgimenti ma il loro decorso è quello che è
- Spiegare l'andamento sostanzialmente benigno per infondere fiducia nel futuro
Qualcos'altro da aggiungere?
Mi è sembrato importante l'aspetto di valorizzazione delle competenze genitoriali, di aumentare l'autostima dei genitori convincendoli che sono capaci di allevare il proprio figlio. E per quanto riguarda il pianto è importante sottolineare che è un comportamento e non necessariamente un indice di patologia, per cui dobbiamo aiutarli ad accettare il pianto piuttosto che cercare di eliminarlo.
RispondiEliminaSono però convinto che questi nostri consigli sono efficaci solo se vengono presentati anticipatamente, alla prima visita, quando ancora il problema non si è ancora presentato
Ivo