giovedì 18 marzo 2010

zia, nonna, mamma!

Nel volgere degli ultimi 6 mesi sono diventata, per la prima volta, zia e nonna. Dopo più di vent’anni di pediatria, ancora appassionata dal mio lavoro, non immaginavo che l’arrivo di questi due piccoli potesse accendere in me tante emozioni. Con entusiasmo ho seguito quasi ogni giorno i progressi di Arianna, nata minuta ma vitale e divenuta una bambinetta attenta e volitiva; ora maneggia con forza piccoli libri colorati, vocalizzando concentrata come se leggesse, e gioca nell’acqua come un pesciolino.

Così, quando stava per nascere Edoardo, pensavo di rivivere momenti simili. Ho scoperto invece di sentirmi –ancora- molto più mamma che nonna: con il cuore stretto durante il parto un po’ difficile, poi commossa ed orgogliosa al pensiero che “la mia bambina” fosse diventata questa meravigliosa giovane donna, sfinita e tuttavia capace di accogliere in un abbraccio protettivo il suo bambino. Pochi giorni dopo, casualmente, su La Stampa compare una breve riflessione sull’amore materno, ostinato e viscerale, selvaggio, sintetizzato dalle parole di un’ostetrica: “quando nasce un bambino, le persone in attesa all’uscita della sala parto, chiedono tutte come sta il neonato; una sola chiede come sta la mamma: sua mamma” (dal libro di Concita De Gregorio: “Una madre lo sa”).

So che mi innamorerò anche di Edoardo, ma a lui –tranquillo, sano, sereno- ora basta la sua mamma.

1 commento:

  1. Noi pediatri abbiamo avviato faticosamente un percorso di comprensione della genitorialità,di conoscenza della psicologia materna, di utilizzo di queste conoscenze ai fini di un sostegno. Il post di Eleonora mi ha fatto venire in mente che poco o nulls ci siamo occupati della psicologia dei nonni, personaggi peraltro spesso importanti e quotidianamente presenti nel nostro lavoro. Forse anche per questo spesso ci irritano e tendiamo a liberarcene sbrigativamente, con una superficialità che mai ci sogneremmo di riservare ai genitori, non adeguata alla profondità dei sentimenti che anche in essi si agitano. Non ho proposte e tanto meno soluzioni da proporre, ma forse vale la pena pensarci.
    Gianni

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