domenica 28 novembre 2010

Quale spazio alla formazione?

Durante l'ultimo direttivo ACPO Chiara ci riportava la richiesta, da parte del nazionale, di invitare i gruppi locali a far sapere se fossero interessati a corsi di formazione preparati direttamente a livello "centrale", magari attraverso modalità di fruizione a distanza (FAD).
L'ACP ha per lungo tempo gestito corsi in prima persona, subappaltando al CSB il compito di curarne l'aspetto organizzativo (esempi sono i corsi sull'ambiente, sul counselling, sulla lettura critica...).

L'argomento è stato lasciato cadere senza grossi commenti, un po' per i tempi risicati, un po' perché l'offerta, anche se raramente di qualità, non manca nell'area piemontese, ma forse anche perché l'argomento viene ormai vissuto con meno entusiasmo rispetto a qualche anno fa.

Probabilmente vale invece la pena tornarci, con più calma e utilizzando lo spazio che il blog mette a disposizione per le riflessioni di ciascuno.

4 commenti:

  1. E' difficile dire se la mancanza di commenti a questo post sia semplicemente legato alla scarsa propensione ad utilizzare questo mezzo per discutere o se l'argomento "ACP nazionale come promotore di eventi formativi" susciti poco (molto poco) interesse.

    Probabilmente sono vere entrambe le cose e per adesso credo che Chiara possa riportare questo.

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  2. La mancanza di commenti, almeno da parte mia, non è dovuta a disinteresse, ma a mancanza di tempo, per cui lo scrivere sul blog viene sempre rimandato e sopraggiungono nuovi impegni. Oggi ho sentito il dovere di scrivere e questo mi comporta problemi in altri settori.
    Come giustamente rileva Paolo la proposta formativa è quantitativamente molto ricca e anche la qualità è complessivamente accettabile. Sono personalmente impegnato nei corsi regionali, preparo e animo riunioni a livello di equipe territoriale, come ACPO stiamo preparando 2 convegni, uno sulla genitorialità ed un altro sulla boietica, vengono mensilmente programmate serate di discussione all'interno dell'ACPO. Oltre a questo sono ben accolte iniziative formative proposte e preparate dall'ACP nazionale, come il corso sull'ambiente che abbiamo ospitato a Torino. Forse i bisogni formativi che l'ACP dovrebbe soddisfare sono legati ai suoi obiettivi e noi potremmo provare a formulare proposte in tal senso.
    Ivo

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  3. Sono d'accordo con tutto quanto scrive Ivo.
    Per quanto riguarda corsi di formazione ACP penso che possano valer la pena solo se colmano qualche buco formativo e non se si inseriscono fra altre proposte simili, già presenti sul "mercato". Sarà perchè sono parte in causa, ma mi pare che, per esempio, per quanto riguarda la genitorialità il buco formativo esista, così come per quanto riguarda l'ambiente (per cui il corso sull'ambiente ha avuto ed ha un suo senso).
    C'è però anche il problema dei costi. Alcuni corsi ACP che avevamo preso in considerazione anni scorsi
    avevano costi esorbitanti, per cui il nostro gruppo ci aveva rinunciato!
    Maria

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  4. A proposito di formazione, c'è una malattia genetica che colpisce i bambini fin dai primi giorni. Si chiama X-linked pigmentary Reticulata Disorder with Systematic manifestations. E' rarissima, meno di 20 casi conosciuti nel mondo. Saperla riconoscere significa risparmiare al bambino molte sofferenze ed alcuni pericoli di vita. Vi pregherei di spendere qualche minuto leggendo la lettera a questo indirizzo:

    http://www.xlpdr.com/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=82:lettera-ai-pediatri&catid=48:generalita

    e visitando il sito

    http://www.xlpdr.com

    Grazie a tutti.

    Salvatore randazzo

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